lunedì 22 dicembre 2008

Bodypainting




..lo so, non c'entra niente col Natale, ma a me è piaciuta molto. E' semplicemente un' immagine trovata cercando su Google immagini.
A me sembra insieme bodypainting e una forma di panismo, di cui parlavo qualche post fa.
E se la moda e l'idea del corpo dipinto vi piace, andate qui, ci trovate degli ottimi esempi.

Buon Natale e buone feste da parte mia!



P.S. I commenti non sono disattivati, anzi, passate pure, e mi sentirò meno sola in questo angolo sperduto di web

martedì 16 dicembre 2008

Jonny come home

Mentre corro al lungomare mi piace ascoltare solo le onde andare e venire, e sbattere contro gli scogli, nient'altro nelle orecchie. Oggi, però, è passata un'auto con la musica ad alto volume: Jonny come home dei Fine Yong Cannibals, e mi sono ricordata di C. Ogni tanto ci penso ancora, chissà che (brutta) fine avrà fatto.....E se invece no? E se ci si rivedesse? Che direi, io, dopo un foro di vent'anni nella testa?

venerdì 5 dicembre 2008

Due vecchi appunti

Posto qui due vecchi appunti, "acconciandoli" un pò meglio di quando li ho presi. Riguardano la vita, la morte, il dolore, il disincanto, e un 5 dicembre.

Prima che la memoria passi ad altro, due appunti di pensieri, nient’altro che brevi annotazioni, voglio trattenerli, così come sono, ma trattenerli, in parole scritte e non cancellate.

Sono due occhi, il primo appunto, due occhi tristi dentro una macchina che mi sfugge accanto. Li ricordo ancora dopo dieci anni..Erano occhi “persi di vista” da anni, ricordi in forma di giochi di parole..Occhi che m’hanno “detto” senza dire, che io ho “visto” col cuore, senza palpebre e ciglia. Non seppi subito il motivo di quella tristezza, nè se tale fosse davvero. E come avrei potuto saperlo? Ormai non frequentavo più quegli occhi, da tempo, potevo solo incontrarli per caso, tenendomi stretta al pudore di non chiedere. Il motivo però quella volta non tardai a scoprirlo. Lo seppì qualche settimana dopo, una sera di dicembre, un 6 di dicembre di tanti anni fa. Prima di entrare in ospedale a vedere mio nipote appena nato, il mio sguardo si attardò sugli annunci mortuari, e io lessi e rilessi e nei fui certa. Seppi così che il giorno prima, il 5 dicembre, era morto suo padre. Non mi ero sbagliata. Quegli occhi che io avevo visto per pochi secondi, tristi dietro ad un volante, tristi lo erano veramente: avevano dentro tutto il dolore di un figlio che sa che ha poco tempo, ormai, per guardare suo padre..

Il secondo appunto è un "giovane vecchio" di sessantotto anni che mi racconta delle cose. "Non ho più vizi, ormai. Non bevo e non fumo più. Sigarette, intendo. Le sigarette non le fumo più..Ma le canne si, ne fumo tre al giorno, non mi fanno male, anzi, mi fanno stare bene, calmo e rilassato. Cinquant’anni fa ci facevo il tè, con la marijuana, sa? Ma i problemi vennero con l’alcool…Mah..Tutto passato…bere, fumare..Ora vivo solo, ma ho avuto tre donne, e sei figli nella mia vita: tre con la prima, uno con la seconda e due con la terza, tre maschi e tre femmine in tutto! Il primo ha 42 anni e l’ultimo 10. Non sono nonno. Sono ancora padre. Ma..essere padri non è fondamentale..Il padre resta sempre un pò “staccato”, a distanza, dai figli..Quella che è importante è la madre..”…Avrebbe continuato ancora..Qualche minuto di più e, se non lo avessi fermato, per fretta e per riserbo, m’avrebbe srotolato i dettagli della sua vita. M’avrebbe detto tutti i suoi personali “appunti” vissuti in questo suo modo magari discutibile o poco esemplare. Appunti che mi auguro d’avere trascritto, io qui, senza giudizio alcuno. Semmai con un senso, che m’è rimasto, di rispetto per la persona, la sua età e la sua dignità, di “vecchio saggio spericolato”

martedì 2 dicembre 2008

La cagna

Amore di cagna..Bellissima cagna-Catherine Deneuve..Bellissimo padrone-Marcello Mastroianni..
Ho visto per caso questo vecchio film di Marco Ferreri. E l'ho visto del tutto impreparata. Forse per questo mi ha stupito. E quando una cosa (o una persona) riescono a stupirmi, io la seguo con occhi incantati..
E' un film molto ironico, una originale metafora sulla fuga dai condizionamenti sociali e dalla banalità dei rapporti amorosi. L'ho visto come un affascinante gioco d'amore tra lei - che si impone a lui come donna portata dal mare, e si sostituisce al suo cane, uccidendolo e facendosi cagna per il suo padrone - e lui - solitario, eccentrico disegnatore di fumetti, che domina, addestra e protegge la sua "cagna".
Il tutto in uno scenario di isola sperduta, mare-sempre-mare-sempre-cielo-e-nuvole-sempre-sabbia-e-rocce






martedì 25 novembre 2008

Bambola gonfiabile

Andando in giro per il web da viadellebelledonne


Novembre 11, 2008

di Letizia Merello

La bambola di Bellmer

La bocca educata a cerchio, faceva
la bambola gonfiabile
senza perfezioni di donna.
Sfere intercambiabili,
infinite combinazioni, snodature azzardate
sembrava una ragazza
smontata e riassemblata senza criterio.
Riempiva la stanza del suo niente
morbido e sporgente.
La vittima!
La fiammiferaia infreddolita!
Il pallone gonfiato che era!
Cosa ne era rimasto?
Tre buchi perfettamente circolari,
tre valvole funzionali,
tre iniezioni di elio per la sua voce di violino.
Intorno, pelle soda tesa e vuota
un liscio che non scorreva, la mano non andava avanti.
Squittivano le dita umide e nude
sopra il suo rosa pastello senza rughe.
Serica, seduttiva, silenziosa. A sibili si faceva più piccola.
Nell’assenza demenziale di espressione facciale
si lasciava strizzare senza sentire male.
Se ne andava, e-spirava, senza esplosione.
Un clitoride raggrinzito,
un imene intatto e sorridente,
una pelle di gomma che aveva perso il niente.

--/--

Non c'è un motivo preciso che mi abbia indotto a riportare qui questa poesia. Nel senso che, se vi cerco dei collegamenti personali, non ve ne trovo. Eppure, non credo sia nemmeno per opposizione, che mi abbia incuriosito..

Forse è semplicemente perchè mi spinge ad interrogarmi sul "gioco" tra i generi, maschile e femminile, attraverso il sesso, e su quanto poco scontato esso sia, e decodificabile in modo oggettivo, fuori dal contesto dei due che lo praticano...Chi apparentemente agisce, magari invece subisce (la necessità del sesso, l'incapacità di sedurre, la noia della ripetitività, o la compulsione alle novità, ecc..) Viceversa chi apparentemente subisce, magari, in realtà domina (perchè consente il godimento, conferma l'essenza dell'altro, induce dipendenza, ecc.) Mah!...In ogni caso, i miei complimenti all'autrice, per i contenuti interessanti e le immagini inequivocabili ed efficaci.

domenica 23 novembre 2008

I tuoi fiori in "bad guy"

Oggi, cercando delle cose su Youtube, ho visto per caso questo video con la bellissima canzone "I tuoi fiori" di Etta Scollo. Così d'un tratto mi sono ricordata di un film che ho visto qualche tempo fa, propostomi da un'amica. Si tratta del film "Bad guy" di Kim-Ki-Duck, in cui tanta parte ha "i tuoi fiori" nel rendere l'atmosfera surreale e onirica di questa pellicola molto dura e densa di silenzi e di contrasti. E' tipica, del resto, della filmografia del regista sud-coreano, poco conosciuto, specie negli USA, ma apprezzato in Europa, e che caratterizza i suoi film con la quasi totale assenza di dialoghi, la comunicazione intensa tra i personaggi, la violenza, l'odio e l'amore, anzi, direi meglio "l'odio-amore". In questo film in particolare, di cui metto qui il video con la canzone della Scollo, l'odio finisce col sovrapporsi all'amore, in un mix di violenza e sentimenti muti, ed attraverso un rapporto che inizia con un atto violento (un bacio improvviso che lui da a lei con la forza, davanti al suo fidanzato), prosegue in una serie di varie altre costrizioni (in cui lei è obbligata a prostituirsi nel quartiere a luci rosse, sotto gli occhi di lui che continuamente la osserva) e finisce in una sorta di amore in cui l'uno non può più fare a meno dell'altra, ed in cui il prostituirsi di lei diventa ciò che più profondamente li unisce.
Bad Guy" è perciò innanzitutto un grido disperato, e al tempo stesso un tentativo titanico di trasformare la difficoltà in possibilità, l'angoscia in pacificazione, la crudeltà in amore. (vedi questa recenzione, da cui ho copiato questa frase, e le parole della canzone, che metto qui sotto).
"Ecco qui i tuoi fiori / belli e misteriosi / con un non so che di strano,
e per questo io / li ho messi in un vaso / a forma di corpo umano.
Sono.... sono.... / i tuoi fiori / i tuoi fiori / fiori per me
Quando li guardo, sai / mi sembra che parlino / ma so che è una follia / o forse era un sogno in cui / dicevano:
non andare / non andare / non andare via."










martedì 4 novembre 2008

Robert Crumb - copiato da un'intervista

Lo so, dopo che mi son presa la mia bella pausa, motivata e bla bla bla, tra le mie varie "F.", ecc.., ecco che mi riscopro più "tradizionalista", di quanto non pensassi! L'unica cosa che mi viene in mente di postare qui ora è più in linea che mai con la "vecchia" altra effe! Eh, si, contraddizioni di Effe!
-

"Lei ha una vera passione per il corpo delle donne. E' figlia dell'America puritana?"

"Si, ho abusato moltissime volte dei miei talenti a fini egoistici, per il piacere di masturbarmi. Mi sono costantemente eccitato per i miei stessi disegni. Occorre dire che era difficile trovare del materiale porno che corrispondesse ai miei gusti sessuali particolari. Ero obbligato a disegnare le mie fantasie sessuali da solo, non avendo potuto trovare nel corso della mia giovinezza niente che soddisfacesse i miei desideri nel mondo reale. Vivevo in un mondo chiuso,




fatto di fan
tasie e masturbazione. Ero un perdente. Non avevo né bellezza né charme, tanto meno fiducia in me, e i miei talenti artistici non sembravano eccitare le donne. A quel punto ho sviluppato un'altra abitudine, una sorta di dipendenza, quella di dare una parvenza di vita ai miei sogni erotici riproducendoli su un foglio di carta. Ero perso nel mio piccolo mondo. Che schifo! Che rovina totale! Non c'è da stupirsi se le donne scappavano a gambe levate! Beh, non tutte...Alcune, letteralmente squilibrate, erano inverosimilmente affascinate dalle immagini che disegnavo nelle mie strisce. Così ho potuto realizzare alcuni sogni contorti e perversi con donne in carne ed ossa, grandi, forti, robuste, in buona salute, ma dall'immaginazione molto accesa! Si, sono un prodotto dell'America puritana".
"Ha sempre espresso visivamente senza censura le sue osessioni sessuali. Ne è valsa la pena?"
" Bella domanda! Me la sono posta sempre: valeva davveri la pena espormi così tanto nel mio lavoro? Ha mai fatto del bene a qualcuno guardare i miei disegni psicopatici di grosse donne che si lasciano manovrare in tutti i sensi da piccoli omuncoli fuori di testa?(..) Mi rifiuterei di stare nella stessa stanza con qualcuno che legge uno dei miei fumetti a sondo sessuale! Anzi, c'è di peggio: quei fumetti lì spaventano il 99 per cento delle donne. Il mio lavoro le disgusta. Chi potrebbe biasimarle per questo? Ne valeva la pena? Una cosa è certa: io non ho segreti. I miei pensieri più intimi, le mie fantasie più stravaganti sono lì, esposte sotto lo sguardo di tutti, per essere giudicate, per far si che tutti possano arrivare a dire: "Che schifo" Che malato perverso!" Sono una delle pochissime persone a poterlo dire. Allora forse ne è valsa la pena"



Questo qui sopra è un pezzo del'intevista di Francoise Armanet e Gilles Anquetil a Robert Crumb, pubblicata su "Il Venerdi" di Repubblica del 31 ottobre 2008. Perchè l'ho copiata e riportata qui? Per nient'altro che interesse personale. E curiosità verso questo autore, vignettista con uso di droghe e personalità dai tratti psicopatici, che vive in un modo molto particolare il rapporto tra esistenza ed arte. Un autore che sembra più kafkiano di Kafka e che, dopo averlo letto e riletto e apprezzato, lo ha anche narrato in fumetti, alla sua maniera naturalmente.
Più di tutto mi ha affascinato la totale esibizione di sè, quasi fosse un corpo, ed una mente, "trasparenti" privi di zone d'onbra celate (o da celare) allo sguardo altrui. E poi mi ha colpito il suo personale uso "terapeutico" dei propri fumetti e il suo dar loro una "vita" di carta, più concreta e soddisfacente, per sé stesso, della sua stessa vita reale.
Tutto qui.
Preciso a margine che non ho rspettato, nella copiatura, l'ordine sequenziale delle domande e relative risposte: semplicemente perchè per me vanno meglio così.

venerdì 24 ottobre 2008

Sospensione


No, niente, scrivo perchè ne avevo voglia. Ma sono perplessa. Come tu ben sai, quando ho iniziato a scrivere questo blog, rifugiata in questo angolino remoto del web, volevo liberarmi di tanti condizionamenti, che pure in rete ci sono. Ecco, dopo alcuni mesi di "sperimentazione", mi accorgo che non ci si libera facilmente dai condizionamenti. Saranno diversi, si, da quelli di quell'"altrove" da cui vengo, ma ci sono lo stesso. E così la libertà tanta agognata è davvero una chimera, perfino qua.
Tant'è. Che fare dunque nel prosieguo? Dell'amore, le sue contraddizioni e le sfaccettature, e delle eterne tensoni in cui si cimenta sfidando la libertà ho già detto. Anche del tempo, ho detto, e di qualche concetto che mi sovviene pensando all'esistenza, la mia, e quella degli altri. E non ho dimenticato le risate, anche quelle ho messo qui. Ora mi sento in una empasse. Mi sono stancata di sviscerare i sentimenti, le passioni, l'amore. Anche perchè di questi argomenti si parla più volentieri quando si soffre. Ed io, per sfortuna di questo blog, soffro d'amore solo quel tanto ch'è necessario, quello che mi basta per accettare le eventuali sfide e accogliere le emozioni, mai scontate e sempre intense con te.
Adesso vorrei dire altro, ma non so ancora bene cosa. O, meglio, qualcosa saprei, ed ha a che fare con il senso dell'esistenza, per un verso, e con la vita di tutti i giorni, per l' altro. "Teoria e prassi di un'esistenza", potrei dire enfatizzando e in effetti l'ho appena detto, sia pure premettendo il condizionale. Ma io di importanza non me ne voglio dare. Tutt'altro.
Dunque non specifico, nè anticipo (anche perchè mi autocondizionerei , sentondomi in "dovere" di rispettare un "impegno"). E comunque rimando. Ad un altro tempo. Mi basta per oggi segnare un confine, tra un prima e un dopo, tra una F. e un'altra F., e un'altra F. ancora, che tanto sempre F. è

Insomma, mi prendo una pausa. Magari sarà più breve dell'intrevallo medio che intercorre abitualmente tra un post e l'altro di questo mio blog, ma è il senso di sopensione che conta.

venerdì 10 ottobre 2008

Forme di panismo


foto di Helene Gritsch - "donna salamandra"


L'idea di cancellare i confini, di sfumare, d'essere "un-tutt'uno-con" m'ha sempre attratto. Anche impaurito, a dire il vero. Ma le due cose, si sa, non sono affatto antitetiche.
Così, di tanto in tanto, mi sorprendo a pensarmi "pesce" nell'acqua del mare, o "foglia" d'albero, che asseconda il vento..
Non mi stupisco, perciò, d'essere rimasta incantata, l'altro giorno, a guardare le foto di Helene Gritsch, pubblicate su "la Repubblica.it" (qu
i il link).

Bellissime
!


foto di Helene Gritsch - "donna mare"



Non credo si possa rendere meglio di così la simbiosi di corpi umani, e natura e l'intera idea filosofica di panismo!


P.S. La mostra/performance "Simbiosi tra danza e fotografia", iniziata ieri 9 ottobre, si protrarrà fino al 22 ottobre a Milano, al Forum Austriaco di cultura.

sabato 20 settembre 2008

Prospettiva d'autunno

Che tepore!

L' oscu
rutà è tiepida,

Di sonno e saliva,

E sogni!

Autunno che incalzi,

t'accolgo felice,

Nella prima sera

Dopo la pioggia,

Al buio caldo di te.


giovedì 11 settembre 2008

Carne e pensiero


Carne e pensiero

Pelle e idee

Saliva e creatività.

Nella mente queste parole,

E TU.

E dopo è mattino.

martedì 12 agosto 2008

Un copiato su amore, esistenza e libertà



AMORE -ESISTENZA-LIBERTA'

Questi concetti vorrei penetrali a fondo, ma mi limito a vivere.

E a leggere.

E a copiare qui qualcosa che mi ha fatto riflettere, o che mi ha, anche inconsapevolmente, segnato.

Ecco un brano dal cap. terzo de "L'età forte" di Simone de Beauvoir, che ho letto tanti anni fa.

"A Sartre piaceva molto stare all'Istituto, luogo in cui aveva ritrovato la libertà, e, in certa misura, il cameratismo che gli avevano reso così cara l'Ecole Normale. Inoltre, vi legò una di quelle amicizie femminili alle quali dava tanto valore. Uno dei borsisti, appassionato di filologia ma del tutto indifferente alle cose dell'amore, aveva una moglie che tutti all'Istituto trovavano affascinante. Marie Girard s'era trascinata per molto tempo per il Qurtiere latino; alloggiava in alberghetti miserabili, e le capitava di restarsene ritirata in camera sua per settimane, a fumare e a sognare; non riusciva assolutamente a capire che cosa fosse venuta a fare sulla terra; viveva alla giornata, brancolando in una nebbia squarciata di quando in quando da qualche ostinata evidenza; non credeva alle pene del cuore: erano pene di lusso, pene da gente ricca; le sole vere infelicità, per lei, erano la miseria, la fame, il dolore fisico; quanto alla felicità, la parola non aveva senso per lei. Era carina, sorrideva lentamente, con molta grazia; i suoi stupori pensosi ispiravano a Sartre una viva simpatia; ella ne provò per lui; convennero che i loro rapporti non potevano avere alcun avvenire, ma che il presente bastava, e si vedevano spesso. La conobbi; mi piacque, e non provai a suo riguardo alcuna gelosia. Pure, era la prima volta da quando ci conoscevamo, che Sartre prendeva in considerazione un'altra, e la gelosia non è un sentimento ch'io disprezzi e di cui sia incapace. ma questa storia non mi prendeva alla sprovvista, nè sviava l'idea che m'ero fatta della nostra vita, poichè fin da principio Sartre m'aveva avvisata che avrebbe avuto delle avventure. Avevo accettato questo principio, e accettavo il fatto senza difficoltà; sapevo fino a qual punto Sartre fosse teso al fine che governava tutta la sua esistenza: conoscere il mondo ed esprimerlo; avevo la certezza di esservi così strettamente associata che nessun episodio della sua vita poteva frustrarmi."
Simone de Beauvoir, scrittrice, filosofa e femminista francese, fu compagna di Sartre, di vita, e di pensiero. Lei scrisse molto di lui, e del suo rapporto con lui. Non si sposarono, nè convissero mai, se non per brevi periodi. Entrambi ebbero anche altre storie, anche importanti. Ma il loro legame durò tutta la vita di entrambi. Dopo la morte di Sartre lei scrisse La cérémonie des adieux, in cui molta parte è occupata dalla rievocazione del loro rapporto. Per Sartre "l’amore è, almeno progettualmente, la realizzazione dell’unità di io e altro. Per Sartre l’amore è fondamentalmente un voler essere amato e la volontà di essere amato è così la volontà di valere per l’altro come l’infinito stesso (Essere e nulla, pp. 436-37). Per questo è necessario che l’altro permanga libertà, ossia pura soggettività e non venga ridotto a cosa (ibidem, p. 455); in questo modo però ci si scontra con l’impossibile reciprocità di questo rapporto (ibidem, p. 444). Lo scacco è inevitabile. E anche l’atteggiamento masochista, cioè l’autoriduzione ad oggetto, è impossibile perché il volere questa condizione già la rende soggettività (ibidem, pp. 346-47). Questo scacco è rappresentato anche dalla dinamica del rapporto sessuale in cui l’impossibilità di possedere l’altro ad un tempo come trascendenza e come corpo sfocia inevitabilmente nel sadismo (ibidem, pp. 463-64 e 469). Per quanto sia un romanticismo consapevole del suo scacco, quello di Sartre è comunque ancora l’ideale romantico del progetto della fusione assoluta fra due infiniti." (copiato da qui)

Basta. Mi fermo. Non vado oltre. Ho messo queste brevi note sulla De Beauvoir e su Sartre solo per capire un po di più, dell'amore e della libertà, e di come si possano "coniugare" in un rapporto reale, non solo "teorizzato".

martedì 5 agosto 2008

Ricoperto di libertà

Mi guardo di fronte a te

E mi vedo nuda.

Spoglia di paure e di alibi.

Felice e appagata.

E non temo.

Io non temo.

Solo tu, forse, temi.

Temi me.

E vedi corde tra le mie mani nude.


Tu che nudo non sei mai di fronte a me.

E che nudo non ti vorrei mai.

Perchè adoro, io, te.

E i tuoi mille veli di libertà che ti ricoprono

martedì 29 luglio 2008

La nostra libertà è figlia del '68



E secondo voi il '68 non ha lasciato niente di buono? Io non credo. Non avremmo tante libertà, senza il 68. Il fatto è che le abbiamo già trovate, e non le apprezziamo..

lunedì 21 luglio 2008

Realtà allo specchio




Lo specchio non è vivo

e nemmeno morto.

Lo specchio E'.

Lo specchio non è mai solo.

Sta insieme a chi esso riflette

E gli altri in lui riflessi sono "dentro" di lui.

Lo specchio non è buono.

Ma nemmeno cattivo.

Lo specchio è avido.

Ma anche generoso

di luce e di speranza.

Lo specchio sembra uno strumento

ma è forse un "creatore".

Chi mi assicura, dunque, che tutto altro non è

che un semplice riflesso?

Specchio



Mi rifletti peggiore

di come io sembro.

Ma mi mostri migliore

di come io mi sento.


Mi vedo in te

come io sono.

Soltanto me stessa

come tu mi vedi

martedì 15 luglio 2008

Un gioco

L'ho già detto: ogni tanto mi piace rimescolare le cose, e cambiare l'ordine dei post. Oggi lo faccio così, con questo post, che rimetto in evidenza, cambiandogli la data, ma non la sostanza, e nemmeno il gioco ;)






Penso ad un "giaciglio", anche solo un semplice "giaciglio". Questo mi basta, questo sarebbe bello tu cercassi per noi..SOLO PER NOI..Un gesto virile, dell'uomo che cerca un riparo per portarci la "sua" donna e fare l'amore con lei..So bene di essere una tra altre, per te, nè migliore, nè peggiore, ma soltanto "speciale" (solo una che ti vuol bene/ti conosce/ti comprende), ma voglio dirtelo forte quanto mi piace il nostro "gioco"...E non sai quanto mi perdo, io, a pensare ad un rifugio, anche improvvisato, dove tu mi parli, di tutto e di te, mentre sei, orgoglioso, dentro il mio corpo, scherzando e ridendo, o con mute parole di occhi..
Penso a un posto dove sciogliermi senza pudori...La tua lingua nella mia fonte, a leccare, succhiare, e bere il mio succo, le mie mani tra i tuoi capelli, e tu dentro alle mie cosce...E poi il tuo piccolo pene che affonda, deciso e crudele, tra le mie natiche, e mi colpisce di piacere...I miei gemiti a onde, interminabili ed esplosi o soffocati tra morsi e saliva..
Ecco, ora che le parole hanno parlato, al posto dei gesti e delle carezze, spero non abbiano "gualcito" nulla di questo nostro bel gioco...:-)




venerdì 4 luglio 2008

Amore e Libertà: un caso storico


Amore e libertà. Due grandi concetti, attorno a cui ruota la vita. Sono conciliabili? Si può essere liberi amando? O si deve scegliere tra amore e libertà? Io propendo per l'ultima alternativa. Mi sembra la meno romantica, ma anche la più verosimile.
Cito un caso "storico" emblematico: quello di Cavour. E faccio un pò di gossip d'annata. (Il gossip ci sta sempre, in estate!!!)
Chiarisco fin da subito che le notizie che riporto le ho solo lette qualche settimana fa. Non sono una studiosa cultrice del pensiero e della vita di questo grande statista italiano dell’800.
Mi piace curiosare, semplicemente. E "rileggere" a modo mio, assecondando le riflessioni personali del momento.
Allora vediamola, la vita sentimentale di questo illustre statista, noto a tutti per la sua freddezza. Era davvero un uomo "freddo" Cavour. Ma non per questo si sottraeva alle passioni amorose. E non si negava alle donne, che, anzi, pare siano state in tante ad adorarlo. La “freddezza”, nel suo caso, era piuttosto la caratteristica con cui egli “gestiva” i suoi amo
ri. Non si lasciava mai travolgere dalla passione, manteneva sempre un certo distacco, con le sue amanti. E, soprattutto, era incapace di amare una donna, per temperamento personale, e per sua stessa ammissione. Probabilmente, come ebbe a dire Indro Montanelli, la sua vera unica amante era la politica. E questo pare abbia confidato a qualcuno Cavour. Il Conte antepose sempre la sua libertà ed indipendenza personali a qualsiasi legame. Amare una donna, amarla sul serio, donandosi a lei, avrebbe significato per lui avere una "costrizione" permanente nella sua vita. Del matrimonio diceva che non faceva per lui perché avrebbe lasciato la moglie troppo sola e troppo a lungo, per via dei suoi doveri di statista. Di conseguenza avrebbe solo dato adito a pettegolezzi e scandali, che lo avrebbero esposto al ridicolo. Un rischio questo, che egli non poteva permettersi di correre.
L’elenco delle sue devote amanti non è breve.
Per ben undici anni fu l’amante di Anna Schiaffino Giustiniani (qui sotto il suo ritratto, maritata ad un marchese col quale fece tre figli), che morì suicida per
lui. Cavour le voleva bene, ma non la ricambiava con altrettanta passione e devozione e, soprattutto, le era infedele. Pare sia stata una personalità molto irrequieta, questa donna. Mazziniana convinta, perennemente in lotta con sé stessa, combattuta tra fede e ragione, tra religione e passione. Lo amava a tal punto da voler la sua felicità, anche a scapito della propria. Cavour, si disse, non si sentì troppo in colpa per questa morte. Del resto, a parte il fatto che era leale nel non fare mai mistero dei suoi “tiepidi” sentimenti, in quel periodo aveva anche un’altra appassionata amante che lo distoglieva da cupi e lugubri pensieri di rimorso. Si trattava di Emilia Nomis di Pollone, sposata, anche lei, ad un marito pericolosamente geloso. Poi vi fu, nella sua vita amorosa, Clementina Guasco, detta “l’ignota” dai biografi, poi Costanza Vittoria Scati di Casaleggio e poi ancora Melania Costa Ghighetti, moglie di un medico. Anche Mélanie Waldor, scrittrice e poetessa francese, amante di Alexandre Dumas, “assaggiò” e fu “assaggiata” nel suo letto.
Negli ultimi anni della sua vita la sua amante fissa fu Bianca Ronzani, una ballerina di origine tedesca sposata ad un mimo e coreografo triestino, diventato impresario e presto travolto dai debiti.
Pare fosse un’avventuriera. Tutti sapevano e tutti disapprovavano questa storia. Fu un “amore senile”, per Cavour: lei 28 anni, lui 46. Camillo non la “esibì” mai, la tenne sempre nascosta in una villa in collina fuori Torino, che le aveva comparto. Lui, notoriamente, non si faceva mai travolgere dalla passione, ma (c’è sempre un “ma”) forse per questa donna (la più “inopportuna”, tra quelle da lui "frequntate") la testa non la perse per poco..I maligni, alla morte del conte, dissero addirittura che lo avesse avvelenato lei, pagata per questo “servigio” dall’imperatore Napoleone..Ma furono solo voci..
Di certo, si sa che, anni dopo la sua morte, furono trovate ben 24 lettere scritte da Camillo Benso a questa sua amante. Ma chi le trovò, un certo Costantino Nigra, dopo averle acquistate, le fece distruggere perché, secondo lui, erano ispirate da una profonda passione e rivelavano aspetti troppo intimi, che non era bene si conoscessero del grande uomo politico. Non si saprà mai, dunque, se, sia pur tardivamente, Cavour abbia “imparato” ad amare..E, per conseguenza, se egli, così fedele alla libertà e così infedele alle donne, sia riuscito, o meno, a conciliare "amore" e "libertà".

E secondo voi? Si può esser capaci di provare amore, amore vero, senza rinunciare alla libertà?



P.S. Il contenuto di questo post si rifà completamente all’articolo di Laura Laurenzi “L’infedele che ha fatto l’Italia” pubblicato su “la Repubblica” del 25 giugno 2008.
Inoltre, ho letto sempre nell’articolo di Laura laurenzi, al Castello di Santona Davide Riondino metterà in scena, dall’ 8 luglio, il recital Cavour mon amour.

lunedì 23 giugno 2008

Tempo


Mi affaccerò sul bordo del futuro


E da lì afferrerò il mio passato


Sarà un attimo


O sarà eterno


Ma sarà presente


Il mio presente


Il mio tempo

domenica 15 giugno 2008

Pensieri sparsi




Inquieta/mente




m'accingo all'estate




frescura di mare




riposo di lettura




Avrà un senso?




pensare e sognare?




volare e andare?




E portarti con me?




O farei bene a dipingere pietre?




E tracciare il terreno




con righe di sangue




come l'Etna sa?..




Ma il dubbio non mi coglie..




Mi piace sognare e adoro rischiare..




E i sogni io me li gioco..




e me li mangio come frutti d'estate..


E voglio vederli fino alla fine..



Stavolta proprio fino in fondo..


fino a quando saranno secchi,




arsi dal sole e risucchiati dal tempo




che scappa avanti..sempre più avanti di me..


E io lo rincorro..e non mi stanco


e ricomincio a sognare..e mangiare..


di te e di me..o soltanto per me..




martedì 10 giugno 2008

Un post di seta ;-)








In questo angolo sperduto e solitario della rete, dove mi sento libera, ma anche un pò troppo in solitudine (eh si, me la sono cercata, del resto.:-), voglio "inaugurare" una serie di post di "copiati d'autore". Ho deciso di copiare, di tanto in tanto, cose non mie. Vorrei mettere qui alcuni "pezzi" delle mie letture degli ultimi anni..Così, se non me ne stancherò presto, avrò un piccolo condensato di memoria, da "leggiucchiare" a piccoli morsi quando ho "fame" e sono a corto di idee o di altre cose da "sgranocchiare" a parole :-)

Da "Seta" di Alessandro Baricco, copio la famosa lettera d'amora della misteriosa donna giapponese, che da sola, vale forse tutta la storia. No, in realtà sono belle anche le descrizioni dei luoghi e la ripetizione dei viaggi, come dei paesaggi, al mutare delle stagioni..Ma questa lettera è particolarmente bella, per la potente carica erotica che emana da essa, pur nell'assoluta mancanza di volgarità. E poi per l'inaspettato svelamento del mistero che si cela dietro all'autrice...che non è poi così scontata, e non è poi cosi "giapponese"...Ma che, di certo, è una donna innamorata.

Premetto che ometto di inserire le frasi della lettrice e del protagonista che ascolta, come compaiono nel romanzo, per poter "gustare" solo la lettera.


Mio signore amato, non aver paura, non muoverti, resta in silenzio, nessuno ci vedrà.
rimani così, ti voglio guardare, io ti guardato tanto ma non eri per me, adesso sei per me, non avvicinarti, ti prego, resta come sei, abbiamo una notte per noi, e io voglio guardarti, non ti ho mai visto così, il tuo corpo per me, la tua pelle, chiudi gli occhi, e accarézzati, ti prego, non aprire gli occhi se puoi, e accarézzati, sono così belle le tue mani, le ho sognate tante volte adesso le voglio vedere sulla tua pelle, così ti prego continua, non aprire gli occhi, io sono qui, nessuno ci può vedere e io sono vicina a te, accarézzati signore amato mio, accarezza il tuo sesso, ti prego, piano, è bella la tua mano sul tuo sesso, non smettere, a me piace guardarla e guardarti, signore amato mio, non aprire gli occhi, non ancora, non devi aver paura son vicina a te, mi senti? sono qui, ti posso sfiorare, è seta questa, la senti? è, la seta del mio vestito, non aprire gli occhi e avrai la mia pelle, avrai le mie labbra, quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra, tu non saprai dove, a un certo punto sentirai il calore delle mie labbra, addosso, non puoi sapere dove se non apri gli occhi, non aprirli, sentirai la mia bocca dove non sai, d'improvviso, forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sentirai il calore entrare nella tua testa, e le mie labbra nei tuoi occhi, dentro, o forse sarà sul tuo sesso, appoggerò le mie labbra, laggiù, e le schiuderò scendendo a poco a poco, lascerò che il tuo sesso socchiuda la mia bocca, entrando tra le mie labbra, e spingendo la mia lingua, la mia saliva scenderà lungo la tua pelle fin nella tua mano, il mio bacio e la tua mano, uno dentro l'altra, sul tuo sesso, finchè alla fine ti bacerò sul cuore, perchè ti voglio, morderò la pelle che batte sul tuo cuore, perchè ti voglio, e con il cuore tra le mie labbra tu sarai mio, davvero, con la mia bocca nel tuo cuore sarai mio, per sempre, se non mi credi apri gli occhi signore amato mio e guardami, sono io, chi potrà mai cancellare questo istante che accade, e questo mio corpo senza più seta, le tue mani che lo toccano, i tuoi occhi che lo guardano, le tue dita nel mio sesso, la tua lingua sulla mie labbra, tu che scivoli sotto di me, prendi i miei fianchi, mi sollevi, mi lasci scivolare sul tuo sesso, piano, chi potrà cancellare questo, tu dentro di me a muoverti adagio, le true mani sul mio volto, le tue dita nella mia bocca, il piacere nei tuoi occhi, la tua voce, ti muovi adagio ma fino a farmi male, il mio piacere, la mia voce, il mio corpo sul tuo, la tua schiena che mi solleva, le tue braccia che non mi lasciano andare, i colpi dentro di me, è violenza dolce, vedo i tuoi occhi cercare nei miei, vogliono sapere fino a dove farmi male, fino a dove vuoi, signore amato mio, non c'è fine, non finirà, lo vedi?nessuno potrà cancellare questo istante che accade, per sempre getterai la testa all'lndietro, gridando per sempre chiuderò gli occhi staccando le lacrime dalle mie ciglia, la mia voce dentro la tua, la tua violenza a tenermi stretta, non c'è più tempo per fuggire e forza per resistere, doveva essere questo istante, e questo istante è, credimi, signore amato mio, quest'istante sarà, da adesso in poi, sarà fino alla fine,
Noi non ci vedremo più, signore. Quel che era per noi, l'abbiamo fatto, e voi lo sapete. Credetemi: l'abbiamo fatto per sempre. Serbate la vostra vita al riparo da me. E non esitate un attimo, se sarà utile per la vostra felicità, a dimenticare questa donna che ora vi dice, senza rimpianto, addio.

sabato 7 giugno 2008

Dalla poesia alla prosa


La "poesia" diventa prosa..Che parla di mani e di lingua, di te e di me. E di luoghi e di giochi...Di chiacchere e di politica..Di ambiente e di società..Di donne e di uomini..Di fantasie e di realtà..Di forza e di debolezza..Di godimento e di arresa..Di sensi e di mente..

Tutto qua, solo qua..Solo questo...

giovedì 5 giugno 2008

Impercettibili variazioni



Cambiando l'odine (dei post) il contenuto (del blog) non cambia, ma..può subire "impercettibili variazioni" di senso (e nei sensi) ;-) :-)
Questo solo per dire che mi piace giocare ;)..anche con le date dei post..Così posso mettere in evidenza, o in ombra, quello che mi passa per la testa. Oggi l'ho fatto, e ho pure cambiato qualche frase. Non escludo di farlo in futuro :-)

mercoledì 4 giugno 2008

Un sogno



Dedicato a nessuno


----


Mi vedo così
Distesa sulla sabbia
Prona e nuda
Di pensieri e di vestimenti
Calda di sole
E coccolata dal vento
M’assopisco beata
Mi sveglio supina e sudata
La mia mano avida
Di nettare e di piacere
Ancora indugia
Persa tra le mie cosce
Arrendevoli e pazienti
Ora girami se vuoi
Accarezzami la schiena
Baciami la bocca
Bevimi tutta
E prendimi se vuoi
Solo se lo vuoi
Sono per te
Solo per te

lunedì 2 giugno 2008

Su e giù


Su e giù per scale
Su e giù di umore
Su e giù nei giochi di sesso


...Su-giù su-giù su giù...

Dondolio d' altalena
Moto incessante
Prospettive sublimi
E sguardi verso il fondo

...Su-giù su-giù su-giù...

Rincorro il tempo
E non guadagno spazio
Ci sono - Sono su
Non ci sono - Sono giù

...Su-giù su-giù su -giù...

Mi chiedo se davvero esiste un fine
Se questo eterno altalenare abbia un scopo
O se sia invece l'altalena stessa il mio unico fine


mercoledì 28 maggio 2008

Un simpatico copiato sui Bonobo










Ora molti lo sanno, dei Bonobo, e in molti ne parlano. Non solo in ambienti accademici, ma nelle canzonette (Caparezza docet :-) e in vari articoli su giornali e su internet.

Anche se, secondo me, l'esempio dei Bonobo sarebbe da prendere sul serio (penso sia un' ottima organizzazione sociale, la loro, fondata sull'armonia e la loro una "filosofia" di vita condivisibile, basata sulla centralità del sesso "ricreativo") e dunque degna di un "parlare alto", copio qui un cosa leggera che ho trovato, scritta da Lillo e Greg, i simpatici e bravi autori, di "6 uno 0" su Radio Due, e di una rubrica settimanale ("Greg Lillo Travel") su "I Viaggi" di Repubblica.


In Congo dai Bonobo (da "I viaggi" di Repubblica del 22 maggio 2008)
Congo. Foresta pluviale. Ci troviamo qui per osservare le abitudini di un nostro vicino parente: il Bonobo, noto anche come scimpanzè pigmeo o scimpanzè nano. A differenza dell'aggressivo scimpanzè comune, che vive sull'altra sponda del fiume Congo, la loro società è improntata alla pacifica convivenza: il motivo? Sono gli unici animali, a parte l'uomo, a praticare il sesso a scopo ricreativo oltre che riproduttivo.
I Bonobo usano il sesso per "allentare" le tensioni sociali. Nasce un alterco per un frutto caduto da un albero? Si risolve il tutto con un sano accoppiamento, sia di genere eterosessuale che omosessuale, per loro non fa differenza....si gode alla faccia del buonumore. I Bonobo vivono felici, a contatto con la natura senza violenza e soprusi...sono gli hippies del mondo animale, i veri ambasciatori del famoso detto "facciamo l'amore non la guerra"..
I BONOBO hanno naturalmente messo in pratica la nostra più grande utopia. Bisogna ammettere che non riesce facile ad una diatriba tra colleghi di lavoro che si risolve con una bella copula e nemmeno di accoppiarci con un vigile che vuole a tutti i costi farci una multa.
Del resto, il sesso stesso, lo abbiamo dirottato verso il nostro lato oscuro. Spesso genera razzismo, manifestazioni violente e perfino tra moglie e marito diventa talvolta motivo di distruzione della coppia.
Comunque abbiamo osservato per giorni, con attenzione, il comportamento di questi animali straordinari. ALFIO, Uno dei giovani maschi del gruppo, dava di mato per Daphne, una femmina che non accettava il suo corteggiamento.
ARIOSTO, il maschio dominante, si è accoppiato sia con Alfio che con Daphne, placando gli animi a tal punto che Alfio, in preda ad un'ondata di buonumore, si è fatto nell'ordine: la madre di Daphne, il padre di Daphne, il nonno di Daphne e la sorela maggiore di Daphne. E che ha fatto Daphne? Per non sentirsi esclusa, alla fine si è concessa ad Alfio.
Abbiamo anche assistito ad una classica diatriba territoriale. Due nuclei familiari di Bonobo si urlavano a vicenda per via di una fetta di territorio contesa tra le due famiglie. Situazione pressoché identica a quelle che si vedono nei tribunali. Persone che si aizzano avvocati per la costruzione di un recinto confinante. Fior di soldi spesi in nome di un valore che noi umani chiamiamo "principio" e che rientra nella filosofia comportamentale dei Bonobo. Ad un certo punto abbiamo visto le due famiglie di Bonobo fronteggiarsi lasciando pensare ad un imminente scontro che invece si è tradotto in una bella ammucchiata.
DOPO L'AMORE di gruppo quel pezzo di territorio non sembrava così fondamentale ne per una famiglia e ne per l'altra.
Un comportamento del genere ci sembra fortemente immorale ma il DNA del Bonobo è al 95% uguale a quello dell'Homo Sapiens..in quel 5% rientra senza dubbio l'informazione genetica che determina il comune senso del pudore.
Sarà, ma una bella orgia in parlamento sarebbe sicuramente più elegante degli sputi e degli insulti.

---- :-) Postille molto poco serie :-) ----


Postilla n.1. Ma è mai possibile che sia sempre "Alfio" il nome da tutti usato come sinonimo di maniaco sessuale? :-)..No perchè..se è così..Voglio Alfio..:-)))

Postilla n. 2. Personalmente ho già un'idea su come applicare a me stessa questa "filosofia" dei Bonobo: anzichè fare discussioni, avere gelosia e irrequietezza..io prima mi faccio "Alfio", poi mi scopo i suoi amici e infine (o durante..dipende dall'estro del momento..) mi faccio anche tutte le sue amiche..presenti, passate e..pure future..;-) :-))))))

venerdì 23 maggio 2008

Un incontro




L'ho capito a "naso". L'anima l'ho riconosciuta col fiuto. E mi è sembrato di guardare in uno specchio, deformante, ma pur sempre riflettente.

Ero io senza esserlo.

Ho conosciuto, per caso e per lavoro, un uomo, nato il 25 marzo, come me, 5 anni dopo di me. Vita vissuta senza una donna, con troppe madri e mai con la sua, impegnata a far da sorella all'altro suo figlio, l'unico accettato con sè (ma per poco..) Tanti mestieri, compreso il cassamortaro, ma escluso il cameriere. Passione per l'attuale lavoro (tecnico linee telefoniche), "paura" e desiderio delle donne, tanti fratelli non suoi e l'unico vero ancora da conoscere, in Venezuela...Piacere per la scrittura, dove sfogare emozioni e dolori, e per il disegno, paesaggi dentro ad archi e campanili sperduti...

Ha poco in comune con me..

Solo l'hobby della scrittura, certe preferenze paesaggistiche, e la data di nascita. Ma è l'ultima cosa che ho visto (scritta sui documenti)....

...Eppure...

...Eppure ci ho sentito il mio "odore" dentro a quel corpo di uomo, nè bello, nè brutto, un pò ossuto e scavato, tante lentiggini, ma nulla di rosso...

...Nessuna attrazione sessuale, ma una strana e forte sensazione di "riconoscimento"...

...Stranezze della vita...

E se fosse la "mia anima" , che s'è fatta vedere? E che m'ha fatto vibrare così di emozione, sentodosi/mi riconosciuta?

...Forse...

...Deve per forza avere un corpo esclusivo la nostra anima?...