Non sono per niente insensibile a quanto è successo in Abruzzo, anzi, la cosa mi ha lasciato un profondo senso di dolore e impotenza, ma in questo "posto", in questo mio blog, dove mi ritaglio spazi per la parte più nascosta, e più libera di me, oggi mi va di mettere questo video, tratto dal film di Kim Ki Duck "Ferro tre - la casa vuota". Di questo film, il meno duro, forse (almeno tra quelli che io ho visto) di questo regista, l'incomunicabilità, la solitudine, il dolore e la violenza trovano delle strane vie per "scorrere", per passare e per far emergere qualche piccola speranza. Bellissimo quel modo di "parlare" muto tra i due protagonisti (non una parola, tra loro, in tutto il film, tranne una frase alla fine..), e quel linguaggio tra loro (solo loro) fatto di palline da golf tirate e rimandate, e poi quegli sguardi intensi, carichi di significato più di mille parole..
giovedì 9 aprile 2009
mercoledì 1 aprile 2009
Sto accanto a Keaton
..volevo starti accanto, stasera, farti riposare, la testa tra le mie gambe, o farmi tenere stretta da te, sul tuo ventre, o sulle ginocchia, a parlar di politica, di risparmio ed energia o di vita e di morte, o dei miei fiori in bottiglia e dei tuoi bicchieri bevuti, o delle tue sere solitarie e dei miei sabati al mattino..
Mi va bene anche così, senza sorridere,come sei tu, come vuoi tu, Keaton..
Mi va bene anche così, senza sorridere,come sei tu, come vuoi tu, Keaton..
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