mercoledì 28 maggio 2008

Un simpatico copiato sui Bonobo










Ora molti lo sanno, dei Bonobo, e in molti ne parlano. Non solo in ambienti accademici, ma nelle canzonette (Caparezza docet :-) e in vari articoli su giornali e su internet.

Anche se, secondo me, l'esempio dei Bonobo sarebbe da prendere sul serio (penso sia un' ottima organizzazione sociale, la loro, fondata sull'armonia e la loro una "filosofia" di vita condivisibile, basata sulla centralità del sesso "ricreativo") e dunque degna di un "parlare alto", copio qui un cosa leggera che ho trovato, scritta da Lillo e Greg, i simpatici e bravi autori, di "6 uno 0" su Radio Due, e di una rubrica settimanale ("Greg Lillo Travel") su "I Viaggi" di Repubblica.


In Congo dai Bonobo (da "I viaggi" di Repubblica del 22 maggio 2008)
Congo. Foresta pluviale. Ci troviamo qui per osservare le abitudini di un nostro vicino parente: il Bonobo, noto anche come scimpanzè pigmeo o scimpanzè nano. A differenza dell'aggressivo scimpanzè comune, che vive sull'altra sponda del fiume Congo, la loro società è improntata alla pacifica convivenza: il motivo? Sono gli unici animali, a parte l'uomo, a praticare il sesso a scopo ricreativo oltre che riproduttivo.
I Bonobo usano il sesso per "allentare" le tensioni sociali. Nasce un alterco per un frutto caduto da un albero? Si risolve il tutto con un sano accoppiamento, sia di genere eterosessuale che omosessuale, per loro non fa differenza....si gode alla faccia del buonumore. I Bonobo vivono felici, a contatto con la natura senza violenza e soprusi...sono gli hippies del mondo animale, i veri ambasciatori del famoso detto "facciamo l'amore non la guerra"..
I BONOBO hanno naturalmente messo in pratica la nostra più grande utopia. Bisogna ammettere che non riesce facile ad una diatriba tra colleghi di lavoro che si risolve con una bella copula e nemmeno di accoppiarci con un vigile che vuole a tutti i costi farci una multa.
Del resto, il sesso stesso, lo abbiamo dirottato verso il nostro lato oscuro. Spesso genera razzismo, manifestazioni violente e perfino tra moglie e marito diventa talvolta motivo di distruzione della coppia.
Comunque abbiamo osservato per giorni, con attenzione, il comportamento di questi animali straordinari. ALFIO, Uno dei giovani maschi del gruppo, dava di mato per Daphne, una femmina che non accettava il suo corteggiamento.
ARIOSTO, il maschio dominante, si è accoppiato sia con Alfio che con Daphne, placando gli animi a tal punto che Alfio, in preda ad un'ondata di buonumore, si è fatto nell'ordine: la madre di Daphne, il padre di Daphne, il nonno di Daphne e la sorela maggiore di Daphne. E che ha fatto Daphne? Per non sentirsi esclusa, alla fine si è concessa ad Alfio.
Abbiamo anche assistito ad una classica diatriba territoriale. Due nuclei familiari di Bonobo si urlavano a vicenda per via di una fetta di territorio contesa tra le due famiglie. Situazione pressoché identica a quelle che si vedono nei tribunali. Persone che si aizzano avvocati per la costruzione di un recinto confinante. Fior di soldi spesi in nome di un valore che noi umani chiamiamo "principio" e che rientra nella filosofia comportamentale dei Bonobo. Ad un certo punto abbiamo visto le due famiglie di Bonobo fronteggiarsi lasciando pensare ad un imminente scontro che invece si è tradotto in una bella ammucchiata.
DOPO L'AMORE di gruppo quel pezzo di territorio non sembrava così fondamentale ne per una famiglia e ne per l'altra.
Un comportamento del genere ci sembra fortemente immorale ma il DNA del Bonobo è al 95% uguale a quello dell'Homo Sapiens..in quel 5% rientra senza dubbio l'informazione genetica che determina il comune senso del pudore.
Sarà, ma una bella orgia in parlamento sarebbe sicuramente più elegante degli sputi e degli insulti.

---- :-) Postille molto poco serie :-) ----


Postilla n.1. Ma è mai possibile che sia sempre "Alfio" il nome da tutti usato come sinonimo di maniaco sessuale? :-)..No perchè..se è così..Voglio Alfio..:-)))

Postilla n. 2. Personalmente ho già un'idea su come applicare a me stessa questa "filosofia" dei Bonobo: anzichè fare discussioni, avere gelosia e irrequietezza..io prima mi faccio "Alfio", poi mi scopo i suoi amici e infine (o durante..dipende dall'estro del momento..) mi faccio anche tutte le sue amiche..presenti, passate e..pure future..;-) :-))))))

venerdì 23 maggio 2008

Un incontro




L'ho capito a "naso". L'anima l'ho riconosciuta col fiuto. E mi è sembrato di guardare in uno specchio, deformante, ma pur sempre riflettente.

Ero io senza esserlo.

Ho conosciuto, per caso e per lavoro, un uomo, nato il 25 marzo, come me, 5 anni dopo di me. Vita vissuta senza una donna, con troppe madri e mai con la sua, impegnata a far da sorella all'altro suo figlio, l'unico accettato con sè (ma per poco..) Tanti mestieri, compreso il cassamortaro, ma escluso il cameriere. Passione per l'attuale lavoro (tecnico linee telefoniche), "paura" e desiderio delle donne, tanti fratelli non suoi e l'unico vero ancora da conoscere, in Venezuela...Piacere per la scrittura, dove sfogare emozioni e dolori, e per il disegno, paesaggi dentro ad archi e campanili sperduti...

Ha poco in comune con me..

Solo l'hobby della scrittura, certe preferenze paesaggistiche, e la data di nascita. Ma è l'ultima cosa che ho visto (scritta sui documenti)....

...Eppure...

...Eppure ci ho sentito il mio "odore" dentro a quel corpo di uomo, nè bello, nè brutto, un pò ossuto e scavato, tante lentiggini, ma nulla di rosso...

...Nessuna attrazione sessuale, ma una strana e forte sensazione di "riconoscimento"...

...Stranezze della vita...

E se fosse la "mia anima" , che s'è fatta vedere? E che m'ha fatto vibrare così di emozione, sentodosi/mi riconosciuta?

...Forse...

...Deve per forza avere un corpo esclusivo la nostra anima?...

lunedì 19 maggio 2008

Ancora un sogno


E' un sogno ancora, ma narrato, stavolta. Niente versi.
Sono in un grande letto, più grande di quelli a due piazze..Come quello dove mi riposai un pomeriggio d'estate di 10 anni fa, in un albergo di lusso a Taormina..Ricordo che allora, stendendomi, dopo il bagno in piscina, pensai languidamente che in quel letto così grande poteva esserci spazio per tanta felicità..più numerosa di una somma di 1 + 1..Scoprii qualche giorno dopo di essere incinta, della mia seconda figlia, non cercata, o forse si...Certo quella somma maggiore di 1 + 1 a cui pensavo era altro...Questa impressione di larghe misure associate alla felicità deve essermisi così impressa nella memoria che anche nel sogno che ho fatto ora, distesa nel grande letto, ero felice. Meglio, elargivo felicità e godimento, non solo a me stessa, ma agli altri "compagni di letto", grande letto.. E soltanto con carezze di mano, lievi e decise, e intime...
Fine del sogno.
Al risveglio mi sentivo serena, con una bella sensazione addosso. E non ero nè nè "sporca", nè "cattiva"..
Sesso purificatore..Sesso che "muove" il mondo..Sesso che si scioglie in sentimeti..e forse li crea, senza aspettare che avvenga il contrario...

venerdì 16 maggio 2008

Note di senso

Dopo aver svuotato una cartella di file salvati mettendola qui, ieri, mi sento più leggera, di memoria e di banali frustrazioni quotidiane. Queste cose le ho messe qui ed altre, credo, ne metterò, non certo con questi ritmi, quando ne avrò voglia. E' un posto, questo che intendo gestire con estrema libertà da condizionamenti. Anche quelli relazionali che si creano in rete. Non ho dato a nessuno l'indirizzo di questo blog, tranne che ad un'unica persona, la sola, di cui mi interessi l'opinione qui (e non solo) e quella a cui devo la mia intera "esistenza" in rete, (oltre che gran parte di quanto di positivo ho in quella reale, checchè ne pensi questa persona..:-) Dunque, se qualcuno verrà, bene. Non è bello non avere alcun lettore, ma se nessuno scoprirà questo posto, bene lo stesso. E bene pure se, a scoprirlo, fossero persone diverse da quelle che io frequento abitualmente, in rete, e nella vita. Anzi, quest'ultima ipotesi sarebbe quella ideale.
Dopo 4 post e varie bozze, poi cancellate, ho pensato che fosse giusto scrivere queste righe. Io ho altri blog, di altro genere e con altri nick. La effe è una coincidenza con il nick da me più usato, tutto qua. E vuole marcare la differenza con quello abituale.Perchè tutto ciò? Per desiderio di pippe virtuali? Forse, ma non credo, o non solo. Penso che il motivo principale sia quello di trovare angoli di libertà, e di continuare in questa incessante ricerca di libertà (mai del tutto raggiungibile) non appena il posto/giaciglio/bivacco si fa troppo affollato e pieno di chiacchere. Sono molto socievole nella vita vera, ma non amo legami stretti e non amo i gossip o le chiacchere da salotto. E spesso cerco solitudine...quella vera, interiore, che, come la libertà, non raggiungerò mai.
Qui intendo esprimere, almeno per il momento, la mia visione della vita più intima e recondita (seria e frivola, triste e allegra, regolare e dissoluta, secondo come mi gira...) E sempre, possibilmente, (ma non garantisco..) con uno sottofondo di sensualità più marcato di quanto non abbia fatto negli altri blog..Lo farò attraverso pensieri-esposti-in-fila, racconti, mezzi racconti, poesie, descrizioni di sensazioni o di sogni, ecc...Di quello che ho postato qui, due cose sono state scritte precedentemente, e due corrispondono alla data di pubblicazione, più o meno..
L'unico grande, vero problema che avrò, per questo blog, è la mancanza di tempo/spazio per aggiornarlo..Vedrò di attrezzarmi con qualche "navicella " acceleratrice di pensiero-scrittura-pubblicazione..:-)



giovedì 15 maggio 2008

I piedi sulle stesse orme - Una storia a metà

I suoi piedi calcavano e ricalcavano le sue orme. Il suo segreto era questo: seguire sempre la via battuta e rifarla uguale, con ogni tempo e con ogni umore, senza fantasie di deviazioni, intersezioni, tangenti..E ' così che Alfonso Ignasio Maria Carrierte, con passo identico, se ne stava incollato alla vita, seguendo forse troppo alla lettera gli insegnamenti di sua madre. Era dunque uomo di terra, lui, con i piedi saldamente ancorati alla terra. "E' la terra" - gli aveva insegnato sua madre, argentina italiana del veneto, poi siciliana - "che ci dà nutrimento e riparo. Ed è tenendoci stretti a lei, senza guardar troppo in alto( chè vengono solo vertigini) che non perdiamo di vista il senso della vita." Così, la ripetizione incessante delle cose, delle stagioni e dei pensieri nella testa di Alfonso, circolava in modo sensato e compiuto senza mai troppa noia, o eccessivi entusiasmi. Tutti i giorni la sveglia alle 6, i suoi piedi fino al bagno, una lavatina veloce, uno yogurt e un pò di marmellata, caffè e sigaretta. Poi via al lavoro. Altra sigaretta prima di iniziare, e dopo tante altre...E, sempre, i suoi piedi e i suoi passi..e le stesse traiettorie..A parte questo ripetersi, non aveva "abitudini amorose", se così si può dire. Non aveva legami l'Alfonso, con nessuna donna, o, meglio, siccome le donne gli piacevano molto,, ne aveva, a suo modo, con tutte quelle che aveva avuto o solo desiderato, o da cui era stato scaldato, o addirittura amato..Nessuna lui dimenticava, anzi..Se avesse potuto averle tutte quante, nello stesso periodo, non nello stesso letto, ch'è troppo così, non è mica stallone, lui, le avrebbe avute ben volentieri. Si sarebbe sentito più generoso..oppure più avido, che è la stessa cosa...E a nessuna avrebbe dato meno di quanto avrebbe dato se fosse stata l'unica..Ma, niente, non aveva mai potuto realizzare una cosa del genere. Nemmeno quando gliene aveva parlato, serio e divertito, ad un'amica che, più di altre lo comprendeva e ne rideva con lui...senza per questo, tuttavia, esser meno gelosa delle altre. Niente, questa cosa non si poteva avere...E dire che nel suo caso, pensava, si sarebbe anche potuta praticare, con un pò di buona organizzazione: le sue donne si contavano, in fondo, con le dita di una sola mano..Le donne gli piacevano tanto, ma...non aveva risultati da grande conquistatore...Le sue erano sempre state conquiste di "nicchia", se così si può dire..Di parole, Alfonso, ne usava poche. "Non sono indispensabili" - diceva - "specialmente con le donne." E lo diceva con massimo rispetto. Non si pensi il contrario. Si, perchè le parole, diceva, quando son troppe o troppo poche, o estorte contro voglia, o sbrodolate per abitudine di minestra (tutte cose, queste, che succedono spesso) diventano perfino pericolose..possono far male. Dunque, meglio aver parsimonia, con questi strumenti espressivi.

Ogni tanto faceva dei calcoli, il nostro, e calcolava distanze, obiettivi, mezzi e proporzioni, secondo una qualche sua formula scientifica, che per forza doveva avere, dal momento che, sempre, era molto sicuro della correttezza dei suoi risultati, quand'anche fossero contraddittori, antitetici, o altro...Per esempio a 32 anni, anno più anno meno, aveva calcolato certe misure di occhi e di fianchi, e s'era detto che quelli erano una buona unità di misura, per lui. Peccato che li aveva persi. Per colpa sua, pensava all'inizio, ma poi s'era convinto che certe vicinanze e certe proporzioni, per quanto bellissime e desideratissime, le avrebbe perse comunque..qualunque cosa avesse fatto..

Così i suoi passi e i suoi pensieri se ne andavano su e giù per la vita, sempre nelle sue stesse tracce..e tutto aveva poco dolore...Però , si badi bene, solo i passi erano uguali, che poi, non solo non aveva una stessa donna per più di un certo periodo di fila, ma anche le cose a cui si appassionava, andavano a cicli di alcuni anni, magari, ma non più di tanto. Poi, cambiavano anche quelle, pur rimanendo possibilmente dello stesso genere...Che uno le preferenze, se no, che ce le ha a fare?

Si avvicinava ormai ai 50 anni, Alfonso Ignasio Maria, e sia lui che sua madre, con cui ancora viveva, pensavano che ormai la sua vita non avrebbe più potuto avere scossoni..Uno scossone di matrimonio, certo, sua madre lo aveva sempre desiderato, come ogni madre per il suo "piccolo", ma si era rassegnata a questo genere di delusioni, e, tutto sommato, era meglio così, chè Alfonso non era cosa, e poi così ce lo aveva sempre per casa la sera e la notte se si sentiva male, che a lei se no, chi ci avrebbe badato? Dunque, un giorno, quando i 50 non erano ancora sui suoi documenti d'identità, aveva visto arrivare, dirigendosi con decisione verso di lui, una ragazza sui 25 anni, che, incredibile, cercava proprio lui. Le avevano detto che, si, era da lui che avrebbe potuto avere quei documenti che le servivano (aveva una pratica delicata, per le mani, di disconoscimento di paternità..) e..insomma, lui, in quel suo ufficio, l'avrebbe potuta aiutare. Alfonso al vederla così, bella, appassionata nel descrivere quelle sue faccende, al vedere i suoi piccoli seni che palpitavano, per l'agitazione, sotto alla camicetta abbottonata..era rimasto confuso...Poco prima di andarsene, la ragazza, Antonella Maria Eva, così si chiamava, anche lei non scherzava coi nomi, gli aveva chiesto come si sarebbe sentito lui, al suo posto..con questo grande e strano problema, del disconoscimento, intendeva lei, dei tre nomi, pensava lui..

Una storia

Il gioco tra loro è sempre lo stesso: rari, ma intensi incontri erotici, ogni volta come fosse la prima volta, o come fosse l’ultima. Per qualche ora il tempo sembra fermarsi restando sospeso per aria…all’altezza dei loro gesti, dei loro gemiti, di mani e sessi e capelli intrecciati. Poi riparte normale, ai soliti ritmi di lui e di lei, a volte in avanti, altre volte all’indietro del loro strano rapporto, sbilanciato, sostiene lui, sbilenco, ammette lei. Comunque condiviso, più o meno, da entrambi, a modo loro, come alberi che non possono non accettare il vento che soffia tra i loro rami, scompigliandoli.

Gli incontri avvengono sempre a casa di lui, seguendo un rituale istintivo che si è delineato già dall’inizio, quasi ci fosse già, tra i due, una potenziale abitudine a fare sesso insieme. Lei arriva, nel silenzio di pomeriggi sonnolenti, entra senza far rumore, e lui, che è lì, dietro la porta ad aspettarla, l’attira subito a sé cingendole la vita e comincia a toccarla, a palparla, a baciarla, a spogliarla, senza dare a lei il tempo di riprendersi da quell’ansia che la assale tutte le volte che varca la soglia del portone. Dall’ingresso alla cucina lei è già senza gonna, con la camicetta sbottonata e il reggiseno chissà dove…A volte si fermano un pò in cucina, e allora lei si ritrova seduta sul tavolo a gambe aperte, già senza slip con lui che senza preamboli le lecca la fica. Altre volte la cucina è solo una tappa brevissima, per posare la borsa, gli occhiali, il cellulare. Una volta in camera da letto, lei si stende come lui desidera, ma, sempre, lui la fa godere leccandole la fica: è questo il loro modo di iniziare. La lingua di lui, agile e sicura, s’insinua tra ogni fessura di lei. Le succhia ogni goccia del suo succo e, non appena i gemiti e gli spasimi di lei aumentano, lui capisce che il piacere di lei è vicino al culmine. Allora, senza smettere di leccarla, le apre la fica con le mani e la penetra con uno o due dita, a fondo, molto a fondo, tastando le pareti della vagina da ogni parte…Così lei, scossa da ondate di piacere caldo e liquido, che vanno e vengono, geme e si morde le mani, le sue, o qualcosa di lui, o si aggrappa alla testa di lui, affondata dentro di lei, stretta in una morsa dalle sue gambe….L’orgasmo di lei arriva forte, violento e lungo, mentre lui, insaziabile continua ancora, e ancora a succhiarla, leccarla, anche dopo che lei è già venuta…Solo dopo quell’unione di bocca, fica, mani e lingua, lui la penetra, più e più volte, fino allo sfinimento.

Inizia col metterla alla pecorina e a scoparle la fica da dietro, carezzandole la schiena, dandole colpetti sulle natiche, baciandole la nuca, tirandole i capelli, a volte davvero violentemente. Lei tutto accetta, tutto da lui. Si fa mettere in qualunque posizione lui voglia in quel momento, anche se sente un po’ di dolore. Solo se è intollerabile, gli chiede di fermarsi per un attimo. Ma non per questo lei se ne sta, sotto o sopra di lui, passiva. No, questo mai, anzi. A lei piace molto, infatti, strusciarsi e baciargli il petto, la faccia e il collo con labbra di fuoco e morbide come la seta, con piccoli baci e piccoli morsi, e lui gode tanto che quasi viene “come una femmina”, dice. Ma quello che lei adora è farsi dominare da lui, ne sente il bisogno, fortissimo e viscerale. E non è mai chiaro, tra loro, chi sia il più “affamato”. Sembrano entrambi posseduti da un bisogno estremo di sesso, di mangiarsi, di bersi, fino a finire le proprie forze. E non passa una volta che lui non voglia penetrarla nel culo. Sempre, da quando lo hanno fatto la prima volta, increduli e felici insieme, lo vogliono, non vi rinunciano, specialmente lui.

Prende il tubetto di lubrificante e glielo spalma attorno all’ano e poi dentro, penetrandola con il dito. Così preparata, lei si dispone…All’inizio, ormai lo sa, deve sopportare un po’ di dolore, ma dopo, è lei ad incitarlo, a guidarlo, facendolo entrare fino in fondo, facendolo muovere dentro di lei, lentamente e a lungo, e in profondità…A volte, dipende da come lei è messa, lui le tocca la fica con la mano, mentre con il pene la possiede di dietro…Lei è tutto un contorcersi, uno gemere, un fremere. E il suo piacere continua a montare, ancora, ancora, ancora, e non ha requie. Nemmeno lei stessa distingue quante volte viene…o se il suo sia un unico lunghissimo orgasmo. Lui, solo dopo averla scopata a sazietà, si decide a venire…A volte le viene dentro, senza neanche preservativo, nel culo…E questo è forse il modo che lei preferisce, perché lo sente arrivare al culmine dentro di lei e si sente colmata dal suo liquido caldo…Altre volte, ed anche così a lei piace tanto, le viene dentro nella fica, ma col preservativo, emettendo un gemito lungo dentro di lei, che mai vorrebbe avesse fine…Altre volte ancora, ma questo lei non lo preferisce, perché avviene fuori da lei, lui viene facendosi una sega su di lei, spruzzandole il seme sul ventre, sui seni…o sulla bocca…A pensarlo come un film da vedere, però, è molto eccitante… Non ne guardano mai insieme, di film così, ma solo perché lì non è possibile. Tuttavia la sfrenata fantasia di lei e la lunga e inguaribile esperienza di lui in fatto di videoclip porno, fanno di loro una coppia dalle inesauribili risorse erotiche.

Spesso, mentre la tiene sopra, facendola cavalcare sul suo pene, lui si mette comodo, con le braccia incrociate dietro la testa e con lei che “guida”, muovendosi lenta e sinuosa su di lui, le parla, le fa domande…”chiacchierano”, insomma. Finiscono così col dirsi, in quella posizione, tutte quelle cose che non hanno mai il tempo di dirsi, perché non è, il loro, un vero rapporto vissuto. E non è raro che a lui, in questa circostanza, venga in mente di parlare a lei, che in fondo è il suo migliore “amico”, delle altre “sue” donne, presenti, o passate, o ipotetiche, o solo vagheggiate…Certo, è molto strano per lei, tutto ciò…e a volte si risente. Altre volte ci ride su, insieme a lui e, magari, continua lei a far domande. Ma in fondo, così, un po’ sadicamente e un pò masochisticamente, si conoscono ogni volta un tanto di più.

E se è di lui, questa caratteristica “bastarda”, di parlare a lei di donne (che lei accetta, complice e gelosa insieme) una caratteristica che invece ha lei, è quella, forse per contrappunto, di lasciare una qualche traccia di sé nella casa di lui. Non necessariamente lo fa apposta, a volte è la brandina che si rompe, un’altra volta la coperta che si macchia di sangue..Ma spesso le sue sono tracce consapevoli: mai regali tra loro, ma..una pietra, una pianta, un libro, una foto lasciati lì, a casa di lui …Oggetti che, nella sua fantasia, la fanno continuare ad “esistere” come la sua amante, la sua più affezionata e appassionata amante…