martedì 4 novembre 2008

Robert Crumb - copiato da un'intervista

Lo so, dopo che mi son presa la mia bella pausa, motivata e bla bla bla, tra le mie varie "F.", ecc.., ecco che mi riscopro più "tradizionalista", di quanto non pensassi! L'unica cosa che mi viene in mente di postare qui ora è più in linea che mai con la "vecchia" altra effe! Eh, si, contraddizioni di Effe!
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"Lei ha una vera passione per il corpo delle donne. E' figlia dell'America puritana?"

"Si, ho abusato moltissime volte dei miei talenti a fini egoistici, per il piacere di masturbarmi. Mi sono costantemente eccitato per i miei stessi disegni. Occorre dire che era difficile trovare del materiale porno che corrispondesse ai miei gusti sessuali particolari. Ero obbligato a disegnare le mie fantasie sessuali da solo, non avendo potuto trovare nel corso della mia giovinezza niente che soddisfacesse i miei desideri nel mondo reale. Vivevo in un mondo chiuso,




fatto di fan
tasie e masturbazione. Ero un perdente. Non avevo né bellezza né charme, tanto meno fiducia in me, e i miei talenti artistici non sembravano eccitare le donne. A quel punto ho sviluppato un'altra abitudine, una sorta di dipendenza, quella di dare una parvenza di vita ai miei sogni erotici riproducendoli su un foglio di carta. Ero perso nel mio piccolo mondo. Che schifo! Che rovina totale! Non c'è da stupirsi se le donne scappavano a gambe levate! Beh, non tutte...Alcune, letteralmente squilibrate, erano inverosimilmente affascinate dalle immagini che disegnavo nelle mie strisce. Così ho potuto realizzare alcuni sogni contorti e perversi con donne in carne ed ossa, grandi, forti, robuste, in buona salute, ma dall'immaginazione molto accesa! Si, sono un prodotto dell'America puritana".
"Ha sempre espresso visivamente senza censura le sue osessioni sessuali. Ne è valsa la pena?"
" Bella domanda! Me la sono posta sempre: valeva davveri la pena espormi così tanto nel mio lavoro? Ha mai fatto del bene a qualcuno guardare i miei disegni psicopatici di grosse donne che si lasciano manovrare in tutti i sensi da piccoli omuncoli fuori di testa?(..) Mi rifiuterei di stare nella stessa stanza con qualcuno che legge uno dei miei fumetti a sondo sessuale! Anzi, c'è di peggio: quei fumetti lì spaventano il 99 per cento delle donne. Il mio lavoro le disgusta. Chi potrebbe biasimarle per questo? Ne valeva la pena? Una cosa è certa: io non ho segreti. I miei pensieri più intimi, le mie fantasie più stravaganti sono lì, esposte sotto lo sguardo di tutti, per essere giudicate, per far si che tutti possano arrivare a dire: "Che schifo" Che malato perverso!" Sono una delle pochissime persone a poterlo dire. Allora forse ne è valsa la pena"



Questo qui sopra è un pezzo del'intevista di Francoise Armanet e Gilles Anquetil a Robert Crumb, pubblicata su "Il Venerdi" di Repubblica del 31 ottobre 2008. Perchè l'ho copiata e riportata qui? Per nient'altro che interesse personale. E curiosità verso questo autore, vignettista con uso di droghe e personalità dai tratti psicopatici, che vive in un modo molto particolare il rapporto tra esistenza ed arte. Un autore che sembra più kafkiano di Kafka e che, dopo averlo letto e riletto e apprezzato, lo ha anche narrato in fumetti, alla sua maniera naturalmente.
Più di tutto mi ha affascinato la totale esibizione di sè, quasi fosse un corpo, ed una mente, "trasparenti" privi di zone d'onbra celate (o da celare) allo sguardo altrui. E poi mi ha colpito il suo personale uso "terapeutico" dei propri fumetti e il suo dar loro una "vita" di carta, più concreta e soddisfacente, per sé stesso, della sua stessa vita reale.
Tutto qui.
Preciso a margine che non ho rspettato, nella copiatura, l'ordine sequenziale delle domande e relative risposte: semplicemente perchè per me vanno meglio così.

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