giovedì 15 maggio 2008

I piedi sulle stesse orme - Una storia a metà

I suoi piedi calcavano e ricalcavano le sue orme. Il suo segreto era questo: seguire sempre la via battuta e rifarla uguale, con ogni tempo e con ogni umore, senza fantasie di deviazioni, intersezioni, tangenti..E ' così che Alfonso Ignasio Maria Carrierte, con passo identico, se ne stava incollato alla vita, seguendo forse troppo alla lettera gli insegnamenti di sua madre. Era dunque uomo di terra, lui, con i piedi saldamente ancorati alla terra. "E' la terra" - gli aveva insegnato sua madre, argentina italiana del veneto, poi siciliana - "che ci dà nutrimento e riparo. Ed è tenendoci stretti a lei, senza guardar troppo in alto( chè vengono solo vertigini) che non perdiamo di vista il senso della vita." Così, la ripetizione incessante delle cose, delle stagioni e dei pensieri nella testa di Alfonso, circolava in modo sensato e compiuto senza mai troppa noia, o eccessivi entusiasmi. Tutti i giorni la sveglia alle 6, i suoi piedi fino al bagno, una lavatina veloce, uno yogurt e un pò di marmellata, caffè e sigaretta. Poi via al lavoro. Altra sigaretta prima di iniziare, e dopo tante altre...E, sempre, i suoi piedi e i suoi passi..e le stesse traiettorie..A parte questo ripetersi, non aveva "abitudini amorose", se così si può dire. Non aveva legami l'Alfonso, con nessuna donna, o, meglio, siccome le donne gli piacevano molto,, ne aveva, a suo modo, con tutte quelle che aveva avuto o solo desiderato, o da cui era stato scaldato, o addirittura amato..Nessuna lui dimenticava, anzi..Se avesse potuto averle tutte quante, nello stesso periodo, non nello stesso letto, ch'è troppo così, non è mica stallone, lui, le avrebbe avute ben volentieri. Si sarebbe sentito più generoso..oppure più avido, che è la stessa cosa...E a nessuna avrebbe dato meno di quanto avrebbe dato se fosse stata l'unica..Ma, niente, non aveva mai potuto realizzare una cosa del genere. Nemmeno quando gliene aveva parlato, serio e divertito, ad un'amica che, più di altre lo comprendeva e ne rideva con lui...senza per questo, tuttavia, esser meno gelosa delle altre. Niente, questa cosa non si poteva avere...E dire che nel suo caso, pensava, si sarebbe anche potuta praticare, con un pò di buona organizzazione: le sue donne si contavano, in fondo, con le dita di una sola mano..Le donne gli piacevano tanto, ma...non aveva risultati da grande conquistatore...Le sue erano sempre state conquiste di "nicchia", se così si può dire..Di parole, Alfonso, ne usava poche. "Non sono indispensabili" - diceva - "specialmente con le donne." E lo diceva con massimo rispetto. Non si pensi il contrario. Si, perchè le parole, diceva, quando son troppe o troppo poche, o estorte contro voglia, o sbrodolate per abitudine di minestra (tutte cose, queste, che succedono spesso) diventano perfino pericolose..possono far male. Dunque, meglio aver parsimonia, con questi strumenti espressivi.

Ogni tanto faceva dei calcoli, il nostro, e calcolava distanze, obiettivi, mezzi e proporzioni, secondo una qualche sua formula scientifica, che per forza doveva avere, dal momento che, sempre, era molto sicuro della correttezza dei suoi risultati, quand'anche fossero contraddittori, antitetici, o altro...Per esempio a 32 anni, anno più anno meno, aveva calcolato certe misure di occhi e di fianchi, e s'era detto che quelli erano una buona unità di misura, per lui. Peccato che li aveva persi. Per colpa sua, pensava all'inizio, ma poi s'era convinto che certe vicinanze e certe proporzioni, per quanto bellissime e desideratissime, le avrebbe perse comunque..qualunque cosa avesse fatto..

Così i suoi passi e i suoi pensieri se ne andavano su e giù per la vita, sempre nelle sue stesse tracce..e tutto aveva poco dolore...Però , si badi bene, solo i passi erano uguali, che poi, non solo non aveva una stessa donna per più di un certo periodo di fila, ma anche le cose a cui si appassionava, andavano a cicli di alcuni anni, magari, ma non più di tanto. Poi, cambiavano anche quelle, pur rimanendo possibilmente dello stesso genere...Che uno le preferenze, se no, che ce le ha a fare?

Si avvicinava ormai ai 50 anni, Alfonso Ignasio Maria, e sia lui che sua madre, con cui ancora viveva, pensavano che ormai la sua vita non avrebbe più potuto avere scossoni..Uno scossone di matrimonio, certo, sua madre lo aveva sempre desiderato, come ogni madre per il suo "piccolo", ma si era rassegnata a questo genere di delusioni, e, tutto sommato, era meglio così, chè Alfonso non era cosa, e poi così ce lo aveva sempre per casa la sera e la notte se si sentiva male, che a lei se no, chi ci avrebbe badato? Dunque, un giorno, quando i 50 non erano ancora sui suoi documenti d'identità, aveva visto arrivare, dirigendosi con decisione verso di lui, una ragazza sui 25 anni, che, incredibile, cercava proprio lui. Le avevano detto che, si, era da lui che avrebbe potuto avere quei documenti che le servivano (aveva una pratica delicata, per le mani, di disconoscimento di paternità..) e..insomma, lui, in quel suo ufficio, l'avrebbe potuta aiutare. Alfonso al vederla così, bella, appassionata nel descrivere quelle sue faccende, al vedere i suoi piccoli seni che palpitavano, per l'agitazione, sotto alla camicetta abbottonata..era rimasto confuso...Poco prima di andarsene, la ragazza, Antonella Maria Eva, così si chiamava, anche lei non scherzava coi nomi, gli aveva chiesto come si sarebbe sentito lui, al suo posto..con questo grande e strano problema, del disconoscimento, intendeva lei, dei tre nomi, pensava lui..

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